Una buona content strategy non è sempre sufficiente se non accompagnata dai dati a corredo di ciò che viene diffuso online attraverso blog, siti, social.
La content strategy è data infatti da un insieme di elementi che devono necessariamente coniugarsi tra loro e non possono in alcun modo essere scissi per far fronte a iniziative a senso unico.
Non si può infatti pensare di curare solo i social trascurando il contenuto di qualità vero e proprio, ma è logico che gli attori in gioco devono necessariamente essere tanti e diversi tra loro.
Non solo questo: un tempo i brand erano molto più riconoscibili, mentre le analisi oggi riguardano molti parametri tra loro diversi, dai canali in cui si inseriscono i contenuti alla copertura sul territorio, dal benchmark come valutazione delle concorrenza fino al coinvolgimento degli influencer: tutti fattori misurabili, che denotano il successo o il fallimento di una campagna. In questo i tradizionali strumenti di analisi come Google Analytics e Talkwalker contribuiscono e molto a cogliere e intercettare le tendenze della rete: di cosa si parla, per quali motivi, cosa accade a chi parla di un determinato argomento.
Si tratta di ottimi strumenti per capire come si muovono i propri utenti, in che termini e quali siano le loro conoscenze. Tutti aspetti da cui non si può prescindere per una buona organizzazione e per conoscere dal profondo i propri utenti, prima di procedere con ogni tipo di campagna di comunicazione online.